Rombolo – Un reame fatato sulle colline di Camaiore

Ci sono posti che non credi possano esistere su questa terra, ma solo nell’immaginazione feconda di qualche scrittore fantasy.
Ci posti che – una volta arrivata – non vorresti più lasciare.
Ci sono posti che rubano il tuo cuore, con la loro bellezza, il silenzio, la magia, l’atmosfera.
Rombolo è uno di questi posti incantati, a cavallo tra sogno e realtà, un luogo dove l’uomo riesce a vivere in perfetta armonia con la natura, senza volere – per una volta almeno – prevaricare o dominarla.

Rombolo si trova subito dopo l’abitato di Casoli Alto.
Per arrivarci basta seguire la via principale del paese e attraversare il bellissimo borgo decorato con i graffiti, ignorando le deviazioni che provano a tentarci lungo il tragitto.

Casoli - il paese dei graffiti

CAMMINANDO VERSO ROMBOLO

Avendo già visitato il piccolo ed incantevole borgo di Casoli mi avvio decisa verso la mia meta.
Sapevo che dopo le ultime case del centro un sottile sentiero di campagna si avventurava tra le colline camaioresi ma non avevo idea verso quale meraviglia quel viottolo mi avrebbe condotto.

La curiosità mi stava letteralmente divorando.
Affretto il passo nonostante la strada inizi a scendere con una discreta pendenza subito dopo aver superato la chiesa, ultimo baluardo di civiltà.
Non vedo l’ora di scoprire cosa questa avventura abbia in serbo per me.

chiesa di Casoli

Sarò onesta.
Non ero preparata a quello che avrei trovato.
Nella mia immaginazione mi ero già creata un vago quadro mentale di cosa avrei potuto vedere quel pomeriggio: un classico sentiero da trekking che costeggia la collina e si inoltra tra i boschi, fino a fresche cascate o ripidi strapiombi.
Beh…le mie previsioni erano completamente sbagliate.

Mi avvio per il sentiero che lascia Casoli, una strada stretta e cementata che segue il versante della collina.
E’ diversa dai classici sentieri montani perchè non è scavata nella roccia, l’uomo non ha strappato metri vitali alla collina per costruirsi un esile passaggio.
Questo sentiero è una passerella sospesa, sotto di noi posso percepire il vuoto, ad ogni passo la pedana rimbomba lievemente sotto ai miei piedi.
E’ conficcata nella collina, ma non c’è niente sotto a sostenerla, nessun terrapieno su cui appoggiarsi.
Se ne sta lì, sospesa, a sconfiggere la forza di gravità.
Non è un pensiero consolante sapere che sotto di me c’è un salto di non so quanti metri.

sentiero per arrivare a Rombolo

Continuo a camminare, cercando di non pensarci, da entrambi i lati vecchi e contorti ulivi mi fanno compagnia durante il viaggio.
La passerella serpeggia tra gli alberi, tra le terrazze coltivate, e prosegue verso un mondo a me sconosciuto.

antico olivo sulla via per rombolo

Poi scorgo una casa.
Sono ancora vicino a Casoli, ma abbastanza lontana perchè la casa sia completamente isolata dal centro abitato.
La villetta si erge a ridosso di una brusca curva, il sentiero scompare subito dopo di essa, avvolgendo la collina.

sentiero per Rombolo

La casa è completamente immersa nella natura, dal sentiero posso godere di uno scorcio sulla vallata sottostante incorniciato dalle piante che svettano sul muro di cinta della villetta.

Cammino e osservo il panorama che mi circonda, la vista sulla pianura sottostante, il mare che si intravede in lontananza, le alte colline e le montagne che svettano avvolte dal silenzio spezzato ogni tanto dal gracidio di una rana o dal frinire delle cicale, farfalle e bombi svolazzano intorno ma me come in una danza, passando da un fiore all’altro.
Un enorme senso di pace mi pervade, distante dal caos che regna nel mondo “degli umani” là in basso, che da qui appare così lontano e irreale.
Sembrano piccole formiche che si affannano per cose inutili e senza senso.

vista dal sentiero per rombolo

ROMBOLO, UN REAME FATATO

Poi le vedo, è un passaggio brusco.
Inaspettato, sorprendente.
Non ci sono avvisaglie, vengo colta di sorpresa.
Un momento non ci sono, il momento dopo si svelano alla vista, come un miraggio nel deserto.
In fondo al camminamento un piccolo gruppetto di antiche case si staglia come in un sogno.
Scuoto la testa.
Un gesto quasi naturale, dettato dalla sorpresa e dall’incredulità.

vista dell'abitato di rombolo

Un massetto di cemento ormai spezzato da migliaia di passi curiosi riporta la scritta “Rombolo”.

rombolo, scritta su massetto di cemento

Che cos’è questo posto?
Un minuscolo paese sperduto nel niente?
Un piccolo alpeggio?
Una succursale contadina di Casoli?
O forse un reame fatato che appare solo alla vista dei più fortunati?

Proseguo stupita, senza credere a quello ho davanti ai miei occhi.
Temo che quelle case svaniscano da un momento all’altro, come in una visione, ma invece il piccolo paesino di Rombolo rimane lì immobile ad attendermi mentre infilo un passo traballante dietro l’altro.

Le case sono protette alle spalle dalla collina e si affacciano sul vuoto della vallata, godendo di una vista spettacolare.
Lo stretto sentiero curva leggermente e crea una conca naturale in cui queste 6 case – le ho contate una ad una – si sono accoccolate con dolcezza, in un abbraccio che madre natura ha offerto loro gratuitamente e che hanno saputo rispettare.
Qui l’uomo vive perfettamente in simbiosi con la natura.
Non ci sono strade, non ci sono macchine, non c’è rumore.
Addio smog, il cellulare non prende.
Quelle 6 antiche case rappresentano l’unico segno del passaggio umano in questo luogo segreto e meraviglioso.
Dove il 21esimo secolo non ha allungato i suoi sporchi artigli.

Ricerche che ho fatto in seguito non mi hanno portato a identificare cosa fosse in antichità Rombolo, ho solo scoperto che adesso questo bellissimo piccolo agglomerato di case in parte è adibito a B&B, in parte è abitato da chi ha deciso di vivere in modo decisamente diverso.

Tra tutte spicca un’imponente casa colonica che affronta con coraggio la pianura sottostante.
E’ la prima casa del gruppetto che si offre alla vista, e sbuca subito dopo una leggera curva, ci si trova sotto la sua mole all’improvviso, ed è un’enorme sorpresa poichè non ti aspetteresti di trovare qui un’abitazione.
E’ una casa singolare, con le finestre riquadrate di rosa e la terrazza decorata con bandiere tibetane.

prima casa di rombolo

I proprietari sono seduti sulla scalinata e si offrono per una piacevole chiacchierata.
Mi raccontano di essere fuggiti dalla città alla ricerca di una vita diversa.
Beh sicuramente l’hanno trovata.
A Rombolo non si arriva in macchina.
Bisogna parcheggiare prima a Casoli, poi attraversare tutta il paese a piedi e infine 10 minuti di stretto sentiero collinare.
“Ma come fate di inverno? E con la spesa?” queste domande dirette, pratiche e forse un po’ crude escono dalla mia bocca.
La vita bucolica è bellissima – io sono nata in campagna e ne so qualcosa – ma a volte richiede duri sacrifici, e l’abbandono delle comodità.
“Abbiamo un Quad” mi risponde il signore “Lasciamo la macchina alla piazza, e arriviamo in Quad fin qui”
Singolare… e sicuramente estremo in inverno con pioggia e neve.
Di due cose sono certa: non ci si annoia a Rombolo! E questa qua sotto non è la vista che ho la mattina dal terrazzo di casa mia! XD

vista da rombolo

ESPLORANDO ROMBOLO

La strada continua verso le montagne, che si stagliano alte sopra di noi, in controluce.
Proseguo verso la seconda casa, dall’aspetto più antico.
Sulla facciata in pietra a vista si staglia un’edicola votiva e una panchina verde dove sedersi per godere il panorama.

seconda casa di rombolo

E’ questa la casa che ospita il B&B e da qui parte una ripida scala che mi permette di salire di un poco per godermi la vista da una posizione privilegiata.

vista da rombolo

Una fontana e un lavatoio ormai trasformatosi in una vasca per ninfee si trovano vicino alla casa, ulteriore indizio della sua antichità, mi trovo in un’area dove l’acqua sgorga perennemente. Si può infatti udire il rumore dell’acqua che scorre veloce sotto i nostri piedi, qualche rigagnolo scende ai lati delle scale e sento provenire dei fruscii anche dall’interno della casa, come se un tempo, in quella casa, ci fosse un mulino.

Decido di proseguire ancora, la strada curva verso sinistra, poi verso destra.
Il sentiero adesso è la classica mulattiera battuta e scavata nel fianco della collina.
Da qui posso già scorgere le ultime due case dell’abitato di Rombolo.

terza casa di rombolo

La salita si fa più ripida, le abitazioni si trovano ad un livello più alto.
E’ piena estate ma non fa assolutamente caldo.
Un vento pungente mi sferza il viso e le braccia, l’umidità è altissima e contribuisce alla sensazione di freddo.
I 35 gradi che abbiano lasciato a valle sono un lontano ricordo, qui sembra autunno.
Mi maledico per non avere una felpa con me!

sentiero in salita

Supero l’ultimo piccolo blocco abitato e da qui posso godere di una vista spettacolare sul primo blocco di case, quella tibetana con la terrazza panoramica e il sottile viottolo che scorre alla sua base, e il B&B, che scopro essere composto da più edifici costruiti all’interno dello stesso muro di cinta. Le abitazioni sono 3, in fila indiana, abbarbicate sulla collina, rivolte verso valle.
Da questo punto di osservazione rialzato si può capire quanto le case siano realmente immerse nella natura, accoccolate sulle pendici della collina e circondate dalla rigogliosa vegetazione.

agglomerato di case, rombolo

IL BOSCO INCANTATO E LA PORTA VERSO NARNIA

Ma l’avventura non è finita.
La strada continua, vedo davanti a me l’inizio di un bosco, netto e repentino.
Fino ad allora la strada era sgombra di vegetazione, poi un muro di alberi denso e impenetrabile si erge all’improvviso.
Il sentiero si inoltra e scompare tra le fitte fronde degli alberi, all’interno è quasi notte.

bosco dopo rombolo

Decido di esplorare un pezzetto di bosco.
So già che è una pessima idea, dato che è freddo già al di fuori del bosco.
Ma è la curiosità che mi frega sempre, anche quando so che è il momento di tornare indietro, mi dico “qualche metro in più” e finisco per andare avanti più di quanto dovrei.

Lo spettacolo che mi trovo davanti però mi ripaga per non aver fatto dietro-front.
Un cancello si staglia di fronte a me.
Non è stato eretto da mani umane, bensì dalla perfezione di madre natura.
Una strettoia naturale costituita da due grossi blocchi di pietra tra cui il sentiero si fa strada con difficoltà ci segnala l’ingresso dentro al bosco fatato.
Se davvero esistesse Narnia, questo sarebbe il suo portale d’ingresso.
Una volta superato ci troviamo in un mondo completamente nuovo, ci lasciamo alle spalle Rombolo, la collina, la vallata.

entrata tra le rocce

Sembra di essere stati catapultati in una nuova dimensione, a km e km di distanza da dove ci trovavamo pochi istanti prima poichè il paesaggio cambia bruscamente.
La strada che fino ad ora era stata battuta e piuttosto regolare, inizia a diventare dissestata e piena di pietre.
Sulla destra il fianco dolce della collina lascia spazio all’aspro versante montano dove bianche rocce incombono, blocchi e massi di varie dimensioni si inframezzano sul sentiero, la montagna fa sentire la sua presenza.
E’ un paesaggio lunare, alieno, tormentato.

sentiero cai

Eppure molto fecondo.
Alti alberi incombono su di me, si piegano sul sentiero come se si inchinassero al mio passaggio, mi aspetto di vedere saltare fuori un elfo o un vecchio Ent.

bosco rombolo

Vetusti alberi contorti e spezzati assumono strane conformazioni, ricordano antichi esseri primordiali con le fauci aperte pronti ad azzannarmi.

alberi contorti

La strada prosegue nel bosco tra salite e discese più o meno confortevoli..
I segnali sulle rocce mi dicono che sono su un sentiero Cai.

A volte pianeggianti, altre volte i massi hanno la conformazione di una scala

Proseguo fino a che non trovo una nuova strettoia tra le rocce, un altro portale verso una nuova meraviglia, ed è allora che sento lo scorrere dell’acqua.
Una cascata deve tuffarsi tra le rocce non molto lontana.

passaggio tra le rocce

Un altro indizio mi dice che sono vicina all’acqua, una conca naturale circolare scavata nella roccia piena d’acqua e di foglie, sembra un lavandino naturale in cui gli animali del bosco possono abbeverarsi con tranquillità.

conca naturale con acqua

Il clima cambia di nuovo.
Sono in maglietta, vorrei morire.
Qui serve il piumino, altro che maniche corte.
Il mio ragazzo mi presta eroicamente la sua maglietta, che mi metto sulle spalle a mo’ di scialle.
Mi faccio coraggio, raccolgo le ultime forze e quasi di corsa arrivo alla cascata.
Un ponte in legno consente di superarla ed è da qui che mi arrischio a fare qualche frettolosa foto.
C’è freddissimo, un vento gelido mi punzecchia la faccia, coadiuvato dagli schizzi gelidi che si alzano dalla cascata e mi colgono in pieno.
E come se non bastasse, è buio pesto.
Provo ad appoggiare le macchina al parapetto del ponte per aiutarmi a rallentare i tempi di scatto e fare entrare un po’ di luce in più, ma la macchina inizia a bagnarsi e i miracoli non si possono fare in queste condizioni.
Me ne scappo via, con qualche misera e deludente foto, sapendo che un posto così merità molto di più.

Si sta facendo tardi e il buio inizia ad essere denso in tutto il bosco, che era già buio una mezzora prima, quando sono entrata.
Devo cedere all’evidenza che è l’ora di tornare a casa, di lasciare questo posto incantato e tornare infine alla realtà.
Alla civiltà, al traffico, alla triste città in cui abito.
Ai 35 dannatissimi gradi.

cascata vicino rombolo

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