Casoli, il paese dei graffiti

Casoli è un borgo straordinario.
Durante le mie peregrinazioni sulle meravigliose colline toscane non ho mai trovato un paesino che si avvicinasse a Casoli per singolarità e originalità.
Casoli è quello che si potrebbe definire “borgo diffuso”.
Sì, avete letto bene.
Un borgo senza un centro vero e proprio.
Che si espande sulla collina in cerca di spazio vitale, senza una direzione ben precisa ma strappando alla montagna piccoli brandelli di territorio e contendendo con lei il dominio su di essi.
Casoli segue il fluido movimento della collina, prima abbracciandola sulla destra e poi sulla sinistra.
Sembrano quasi due paesi diversi, autonomi, poichè una strada carrabile con tornanti e curve, collega le due zone pedonali che sembrano – a prima vista – totalmente indipendenti.
La prima volta che sono stata a Casoli – proprio per la sua particolarissima conformazione – ho parcheggiato nella zona di sinistra e non notando le indicazioni, ho totalmente mancato di vedere il versante destro!
Che sfiga!

Casoli vista dal basso

L’ARRIVO A CASOLI

Casoli è un paesino abbarbicato sulle colline sopra Camaiore, una tortuosa e avventurosa salita vi porterà alle porte del borgo.
Le strade di collina si assomigliano tutte, soprattutto per chi – come me – viene dalla pianura.
Strette, pericolosamente senza guard-rail, a strapiombo.
Ogni volta che mi trovo ad osservare, dal sedile del passeggero, il vuoto che si apre a pochi cm dalle ruote, bhe…un po’ di strizza mi assale.

Vista dalla strada che conduce a Casoli

Adoro la collina, adoro i paesaggi mozzafiato che si possono godere da lassù, ma la collina è bella se vissuta da turisti.
Ogni volta penso alle difficoltà di chi abita lassù e ogni giorno – in inverno con pioggia, neve e ghiaccio – deve scendere a valle per lavorare, su quelle pericolose e minuscole strade, dove due macchine passano a stento e spesso devono fermarsi, e chiudere gli specchietti per non urtarli.

La salita da Camaiore dura una 15 ina di minuti ma la vista ripaga ogni ansia, ve lo assicuro.
Ad un certo punto si cominciano a intravedere le prime case, infine l’ultima curva abbraccia una vecchia casa sui cui impera il primo graffito che ci svela l’arrivo in paese.

Casoli, il paese dei graffiti

SHHH…lo so, lo so!
Vi starete chiedendo se sono impazzita dato che ho appena messo una foto colori?
Ho dovuto cedere al fatto che alcuni di questi meravigliosi graffiti – soprattutto quelli tricromatici – non rendevano bene in bianco e nero.

Un graffito dipinto sul muro che segue la curva in salita ci da il benvenuto.
Devo ammettere che non è il posto migliore dove piazzare un graffito di benvenuto.
La prima volta che sono stata a Casoli non l’avevo nemmeno notato, intenta com’ero ad aiutare il mio compagno a trovare un parcheggio.
C’è infatti una piccola piazza poco più in alto dove è possibile lasciare la macchina, e bisogna quindi scendere di nuovo di qualche metro per poter osservare con calma – e neppure troppa, visto che si è in mezzo ad una curva a gomito – il graffito.

Per un attimo, guardando estatiata il graffito, vengo riportata indietro alla mia infanzia.
Mi trovo catalputata dentro ad un film che ha fatto sognare milioni di bambini nati negli anni 80.
E se non sapete di cosa sto parlando, bhe…avete avuto una brutta infanzia! XD

L’emozione sale, inizio a gasarmi!
Il graffito è una vera e propria mappa della città, illustra come il paese sia diviso in due zone separate, e accanto alla mappa troviamo una legenda che indica l’esatta posizione dei graffiti sparsi nel borgo.
Inizia la caccia al tesoro.
Quando mai sono cresciuta?
Boh…

IL PAESE DEI GRAFFITI

Se non bastasse la peculiare conformazione del borgo a renderlo eccezionale, sappiate che Casoli è famoso in tutto il mondo – ed è grande meta di turismo internazionale – per essere il paese dei graffiti.
Enormi e bellissimi graffiti si trovano dislocati in tutto il paese, sulle facciate degli edifici, spuntano qua e là dove meno te lo aspetti.

Casoli, il paese dei graffiti
Casoli, il paese dei graffiti

A volte illuminati dal sole, altre volte le pesanti ombre gettate dagli edifici che incombono tra gli stretti vicoli disegnano sulla loro superficie ricami o intensi chiaroscuri.

Casoli, il paese dei graffiti

La luce radente fa risaltare la loro trama a rilievo e i graffi incisi nell’intonaco appena steso, i colori dei graffiti risplendono tra le casette multicolorate e ben tenute del borgo.

Casoli, il paese dei graffiti

Le intemperie hanno lasciato il segno sopra queste singolari opere d’arte che ogni giorno si trovano a combattere la loro solitaria battaglia contro acqua, vento, sole e neve. Alcuni di essi iniziano ad invecchiare assieme alla parete che li ospita, a perdere pezzetti di intonaco, ma è un processo lento e che avviene con grazia. Le fessurazioni sembrano quasi parte integrante del dipinto.

Casoli, il paese dei graffiti

Sembra di trovarsi immersi in un mondo fantastico, fate, regine e cavalieri, labirinti magici sbucano all’improvviso sulle facciate delle case.

Casoli, il paese dei graffiti

E’ una sorpresa continua, giri l’angolo e non sai cosa ci sarà ad aspettarti.
Il mondo reale e quello dell’immaginazione si fondono in un intricato gioco di prospettive e piani sovrapposti.
Figure umane dipinte si trovano fianco a fianco con figure reali che passeggiano per le incantevoli viuzze del borgo.

Casoli, il paese dei graffiti

A volte capita di trovarsi in un luogo così bello da farci dubitare della sua reale esistenza.
Da farci chiedere se invece non stiamo forse sognando e al nostro risveglio questo posto svanirà e rimarrà solo un vago ricordo, confinato nel mondo dei sogni.
Casoli è uno di quei posti che ti fanno mettere in discussione quello che hai di fronte ai tuoi occhi.


Ma Casoli è reale, lo dimostrano le decine di turisti che si incrociano per le stradine strette e tortuose, anche adesso in periodo di coronavirus.
I visitatori principali di questo paesino sono stranieri ma anche appassionati di trekking e natura, dato che appena usciti da Casoli, in entrambe le direzioni si srotolano bellissimi sentieri panoramici, cascate, colline e montagne imponenti, scalate alpinistiche e tutto quello che un amante della natura o dello sport può desiderare.

LA TRADIZIONE DEI GRAFFITI

La tradizione dei graffiti è nata grazie alla presenza a Casoli di Rosario Murabito, scultore, pittore e artista di fama internazionale che si innamorò del piccolo paese e che qui si traferì negli anni 50 con la moglie.
Per ringraziare il paese di averlo accolto con tanto affetto regalò al borgo un suo graffito nella piazza di Casoli Alto e dette così inizio alla tradizione.
Da allora molti artisti si sono susseguiti e hanno adornato la città con spettacolari opere d’arte che non hanno niente a che vedere con quelle che “volgarmente” vengono chiamati graffiti urbani.
I veri graffiti – come dice il nome – sono ottenuti graffiando.
E’ una tecnica che deriva dall’affresco, si sovrappongono vari strati di intonaco di colore diverso e poi si comincia a graffiare con attrezzi di diversa misura e forma in modo da riportare alla luce il colore sottostante.

La casa di Murabito troneggia ancora nel centro del paese, è un vecchio palazzo storico dall’aspetto regale, con le grate in ferro dall’elegante forma arrotondata e il portone ad arco in pietra tipico dei palazzi nobiliari.
E’ infatti sormontato da uno stemma di un nobile casato.

Casoli, casa di Rosario Murabito

Costeggiando la facciata dell’edificio incontro il muro che separa il giardino dalla strada, su di esso si susseguono numerosi graffiti.
Questo è forse uno degli scorci più belli di tutta Casoli.
Oggi la casa di Murabito avrebbe dovuto essere un museo, ma purtroppo dopo la morte della vedova è chiusa e in stato di abbandono, come spesso accade in Italia con beni di grande valore che vengono dimenticati.

CASOLI ALTO

Appena arrivata alla mappa/graffito decido di salire verso sinistra, qui mi attende una piccola piazza di paese dove svetta un solitario campanile.
SOLITARIO è il termine che lo definisce perfettamente, perchè al contrario di quello che l’uso comune suggerisce, non è affiancato da una chiesa.
Inizio a guardarmi incuriosita attorno, in cerca di una chiesetta in miniatura, magari celata tra le facciate delle case e quindi poco visibile a primo sguardo, oppure riconvertita in epoca successiva in un edificio con altra destinazione d’uso.
Ma no, la chiesa proprio non si trova.
Scomparsa.
Dove sarà finita?
Successivamente scopro che fu danneggiata da un terremoto nel 1920 e per questo abbattuta. Il campanile è l’unico superstite dell’edificio sacro.

Casoli campanile

La piazzatta del paese è molto carina, ma purtroppo affollata di macchine che ne deturpano la bellezza.
Ci accompagna con la sua forma ad imbuto nel cuore del paesino, facendo da filtro tra la strada trafficata e il centro silenzioso del borgo.

Casoli alto, piazza centrale

Nella piazza possiamo incontrare fin da subito i primi graffiti.
Tra di essi l’opera di Murabito stesso che il mio professore d’arte del liceo restaurò nel 1985, insegnante a cui devo la mia infinita passione per i cimiteri di cui un giorno vi parlerò!

Casoli Alto è formato da una stretta via Principale che attraversa il borgo dove alti palazzi dall’aspetto austero si susseguono.
La via ospita gran parte dei graffiti presenti in questa zona del paese.

Dalla strada principale partono piccole diramazioni, verso valle o verso il fianco della collina, alcune di essere portano verso affascinanti scorci sulla pianura, altre invece si rivelano vicoli ciechi che portano verso abitazioni e zone private inaccessibili.

Quello che adoro di questi borghetti è la possibilità di poter esplorare, scoprire, spingersi fino a dove è consentito in un delicato equilibrio tra pubblico e privato che non è sempre ben chiaro.
In una di queste esplorazioni verso la collina, seguendo delle improbabilissime scale che erano quasi una via ferrata montana, sono finita dentro un campetto coltivato, mi sono accorta solo tornando indietro di avere oltrepassato un cancello – aperto ed appoggiato radente al muro – che si stagliava a metà di una scala che era pubblica fino ad un certo punto. Su questa scala si affacciavano numerose porte di abitazioni, prive di cancelli o giardini, ed era veramente difficile capire dove fosse lecito addentrarsi e dove no.

Proseguendo invece lungo strada principale lo scenario inizia a cambiare, le case cominciano a diradarsi e la natura prende il sopravvento sulla città.
La collina torna ad essere visibile sulla destra prima celata dagli alti edifici.
Stiamo piano piano uscendo dal centro abitato.

periferia Casoli

Un paio di strade salgono verso le pendici della collina, una di queste porta verso una affascinante cava ormai in disuso, adesso chiusa da una porta di legno che sembra aver preso fuoco.

La cava è scavata nel ventre della collina, apro, pietroso, a picco.
Un sistema di passerelle mi porta davanti alla porta annerita, il mio ragazzo sbircia dentro ma l’oscurità regna sovrana, non si vede più lontano di qualche metro.
Il paesaggio è alieno, surreale. Non sembra nemmeno di esserci lasciati il borgo a pochi passi dietro di noi.

Ma appena mi volto, posso di nuovo scorgere i tetti delle case più in basso.
La collina si addolcisce sulla sinistra e si trasforma in terrazze, dove antichi olivi contorti combattono la loro strenua battaglia contro i secoli.
Una vasca da bagno piena di foglie secche chiude in modo bizzarro il quadro di questo piccolo angoletto dall’aspetto lunare.

La strada principale continua, e abbandona definitavamente centro abitato.
Uno stretto sentiero costeggia la collina e ci guida verso un mondo incantato di nome Rombolo.
Un reame dove l’impronta dell’uomo c’è ma è talmente in sintonia con la natura che lo circonda da non risultare stonata.
Ma questa è un’altra storia che spero di potervi narrare in un altro racconto.

CASOLI BASSO

Questa parte della città è la più antica, e forse anche la più bella.
Si può accedere a questa zona di Casoli dal graffito con la mappa, o direttamente dalla strada collinare percorribile in auto che collega i due centri.
Ed è da qui che sono scesa, seguendo alti scalini faticosi costruiti in cemento.
Dalla strada si ha un’ottima visuale sui tetti delle case, e le montagne che fanno da cornice al Borgo di Casoli.

Uno stretto camminamento asfaltato mi conduce nel cuore della parte bassa del paesino, un’intricato labirinto di stradine che si intrecciano e si rincorrono, che si ritrovano per poi perdersi di nuovo e infine incontrare la loro naturale fine verso sbocchi spettacolari.

Casoli Basso

Qui le antiche pietre con cui le case sono costruite tornano a fare sfoggio di sè, mentre le case di Casoli Alto erano quasi tutte intonacate donando al borgo un aspetto più serioso ma meno caratteristico.

L’aria che si respira a Casoli basso è invece quella del classico paesino di montagna, con le strade ben curate, i colori vivaci, i fiori sui davanzali delle finestre, sui terrazzi o nei minuscoli giardini che ogni tanto hanno il coraggio di affacciarsi sui vicoli.

Casoli basso

Caratteristici archetti fanno da tramite tra le stradine che serpeggiano nel borgo, intervallate da bivi, ripide scalinate e brusche discese.
Qui i paesani si riuniscono a chiacchierare, seduti sui gradini di casa, a godere del fresco offerto dalla galleria.

Casoli basso

E poi, camminando tra i graziosi vicoli, ecco i graffiti, appaiono all’improvviso sulle pareti di pietra grigia e mattoni, tra persiane ed antichi portoni, come finestre che si aprono su nuovi mondi di fantasia che ci risucchiano per un attimo e ci fanno dimenticare dove siamo.
I graffiti si integrano perfettamente con l’atmosfera del luogo, che ho trovato davvero magica.
Questo luogo mi ha ossessionato fotograficamente, sono rimasta qui a fotografare la strada da ogni angolazione per almeno mezzora!

Casoli, il paese dei graffiti

Perdendomi tra le stradine e lasciandomi guidare dall’istinto mi ritrovo in una via dal nome singolare, che non posso non immortalare.
Non ho trovato nessun paesano a cui chiedere l’origine di questo nome, ma sono sicura che una storia interessante si cela dietro questa scelta.

Via del folle, casoli

Infine le mie peregrinazioni mi portano all’antico lavatoio, uno di quei luoghi che si conservano ancora in molti paesini perchè rappresantano la tradizione, la memoria collettiva, lo spirito dei tempi passati, quando il lavatoio era non solo il posto dove andare a lavare i panni ma anche per parlare, conoscersi, e creare l’animo di una comunità.
Anche a nel piccolo paesino Pruno – di cui vi parlerò prossimamente – esiste un lavatoio ben conservato ed è un luogo veramente magico!
A fare da sfondo all’antica vasca un bellissimo graffito che occupa l’intera parete.
Un’acqua purissima e fresca sgorga da una vecchia fontana su cui spicca una scultura moderna in bronzo.
La scultura rappresenta Casoli circondata dalle fonti d’acqua che hanno sembianze di una donna.
Il borgo di Casoli è completamente circondato dalle acque, appena usciti dal borgo qualsiasi sia la direzione che prendiamo troviamo rivoli, rigagnoli, fiumiciattoli e cascate.
L’acqua è forza vitale e feconda per questo territorio, e per questo ha le sembianze di una donna che sembra generare dalle sue vesti il paese.

Proseguo la mia esplorazione, in lontananza scorgo una piccola edicola.
Alzo la macchina fotografica ed una bambina che giocava nei paraggi si piazza davanti all’obiettivo e si mette in posa per farsi fotografare.
Non potevo deluderla, così ho scattato!
Fortunatamente le ottiche a fuoco selettivo permettono di decidere cosa mettere a fuoco e cosa no, così ho lasciato il suo bel visino irriconoscibile per motivi di privacy.
Mi avvicino all’edicola, lei mi segue curiosa.
Approfitto della mia mini-guida e le chiedo: “Ma dimmi un po’…Cosa c’è qui dentro?”
Lei mi risponde con tono candido: “Gesù!”
Non era di certo la risposta che mi sarei aspettata! ahah
Ma sono nata e cresciuta in un paesino di campagna e so quanto i bambini vengano cresciuti religiosamente, non voglio rompere l’incanto con il mio brutale ateismo, così la saluto e proseguo.

edicola sacra, casoli

Mi accorgo di stare piano piano uscendo dal centro abitato, le case si fanno più rade, la strada inizia a scendere bruscamente trasformarsi in gradoni malmessi e per poi diventare un sentiero da trekking che prosegue affiancando la collina.
Il passaggio da città a natura è graduale, le ultime case sono di una bellezza disarmante, incastonate in uno scenario naturale selvaggio eppure a pochi metri dalla civiltà.
Queste antiche case sono strette in abbraccio, alle loro spalle incombe la collina rigogliosa di vegetazione che crea un nido sicuro su cui aggrapparsi, davanti a loro la vallata si apre e la vista può spaziare a perdita d’occhio e senza ostacoli.

Sento il fragore dell’acqua più in basso, una cascata rumoreggia a valle. Mi avventuro per un piccolo tratto, giusto il tempo per godere della veduta sul paese di Casoli da un punto di vista inusuale.

Ma il sentiero continua deciso attraverso i boschi, verso un incantevole cimitero sperduto sulle pendici della collina dove si arriva solo a piedi, e poi scendendo verso valle in direzione delle freddissime cascate di Candalla.
Verso una meta che oggi non mi appartiene.
Anche questa è un’altra storia che un giorno forse vi racconterò.

sentiero da trekking fuori Casoli









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