Statue, tombe e lapidi – Fotografia cimiteriale

La mia passione per la fotografia cimiteriale che ritrae statue, tombe e lapidi ha radici profonde.
La prima volta che ho avuto a che fare con un cimitero – per ragioni completamente diverse da quelle per cui si frequenta un cimitero – è stato in quinta superiore.
Il nostro professore d’arte, con lo scopo di preservare il patrimonio artistico del cimitero monumentale di Viareggio, ci coinvolse in una rigorosa catalogazione di tombe e cappelle, voluta dal comune.
Purtroppo niente è eterno, nemmeno il perfetto marmo bianco di cui le statue sono fatte. Viene attaccato da muffe e licheni che lo macchiano o disegnano intricati motivi sulla sua superficie.

Statue, tombe e lapidi - Fotografia cimiteriale

Alcune vecchie statue non sono fatte in marmo, bensì in pietra serena, che è una pietra arenaria grigia, molto friabile e tende a sfaldarsi.
A causa della continua azione del tempo e degli agenti atmosferici può erodersi fino al punti di spezzarsi.

Statue, tombe e lapidi - Fotografia cimiteriale

Per questo il lavoro di catalogazione è importante affinchè il patrimonio culturale non vada perduto.
Mi piace pensare che con le mie foto, in parte, ho continuato quello che ho iniziato tanto tempo fa.

Il nostro professore ci dette la possibilità di scegliere se lavorare in gruppo su una cappella o singolarmente su una tomba.
Scelsi la lapide.
Volevo una dimensione più privata per il mio lavoro.
Volevo essere io a completarlo da cima a fondo, nel bene e nel male, ed esserne responsabile.
Ho sempre lavorato meglio da sola che in gruppo, assumendomi le responsabilità dei miei errori, ma anche dei successi.

Ricordo ancora la tomba che mi fu affidata, e l’ho incontrata di nuovo, nelle mie visite nei cimiteri toscani, come dimenticarla!
Ho passato assieme a lei intere giornate, eravamo quasi diventate amiche!
Si trattava di una lapide antica, di fine 800, all’interno di un lungo corridoio dove si susseguivano a perdita d’occhio archi a sesto acuto.

Statue, tombe e lapidi - Fotografia cimiteriale

Il volto di una donna di profilo era scolpito all’interno di una cornice rotonda, impreziosita da modanature classicheggianti.
Sotto al ritratto, delle lettere incise nel marmo che raccontavano la vita della defunta.
La lapide aveva una forma particolare, rettangolare nella parte inferiore, culminava con un semicerchio che ricalcava la forma del cornice del ritratto.
Alla base, interrata, la vera e propria sepoltura ricoperta con lastre di marmo.
Potete immaginare le ore passate a misurare ogni singola curva e modanatura.
Non vi sto a raccontare nel dettaglio quando è stato difficile riportare tutto su un foglio 1:1, anche le lettere che ho ricalcato a mano una ad una.
Quando fai un lavoro del genere, ti ritrovi a stretto contatto con il monumento funebre, sei costretto a camminarci sopra, ad abbracciarlo per misurarlo da parte a parte, ad allungarti su di esso per arrivare nei punti più distanti e irraggiungibili.
E’ un rapporto molto fisico, non posso negarlo.
Non puoi evitare di toccarla.

Statue, tombe e lapidi - Fotografia cimiteriale

Credo che molte persone si sarebbero sentite a disagio.
E un po’ a disagio erano le persone che passavano di lì e mi guardavano con fare interrogativo e anche un po’ indignato.
“Tutto bene” urlavo” Sto facendo un lavoro per il comune!”
Annuivano e passavano avanti, ma non sembrano tanto convinti.
Come se non ci fosse ragione sufficientemente opportuna per disturbare il sonno dei morti.
“Il sonno dei morti”… suona quasi come una maledizione, come un’anatema.
E’ una cosa talmente radicata nella nostra cultura che anche molte persone che non credono in una vita ultraterrena, comunque temono qualche tipo di ripercussione dall’altro mondo.
Il mio ragazzo – ateo – ogni volta che andiamo in un cimitero dove ci sono delle tombe e lapidi a pavimento, evita accuratamente di camminarci sopra.
E’ un gesto credo inconscio, arcaico, retaggio di un qualcosa di più antico.

Statue, tombe e lapidi - Fotografia cimiteriale

PASSATO, PRESENTE, FUTURO

Ho sempre sentito una certa attrazione verso il concetto di fine e morte.
A differenza di molti, trovo pace in un luogo come il cimitero.
Per me è luogo dove finalmente posso essere sola con i miei pensieri, con il silenzio, non percepisco tormento ma calma.
Un luogo dove tutto è sospeso, come se il tempo non avesse più significato.
Passato, presente, futuro, svaniscono e sono presenti nello stesso istante.
Un cimitero rappresenta il passato, la memoria, dove epoche si intrecciano, dove storie familiari e alberi genealogici attorcigliano i loro rami unendo famiglie.
E’ presente, perchè il ricordo di chi è stato non muore mai, è sempre vivo nel cuore di chi lo amato.

” Death is a bend in the road,
Dying is just being missed.
I listen and hear you gone
Existing as I exist.”

Pessoa

E’ futuro, perchè ognuno di noi è destinato a questo stesso medesimo luogo, non c’è scampo, non c’è possibilità di fuga.
Un giorno tutti noi ci ritroveremo a riposare in un cimitero e diventeremo a nostra volta memoria.

Spesso quando vado a fotografarci, perdo totalmente la concezione del tempo e mi accorgo che sono passate numerose ore solo perchè il sole sta calando.
C’è tristezza è vero, non lo si può negare, ma è un luogo che racconta.

Racconta di vite che sono state vissute.
Racconta di persone che sono state amate.
Racconta storie di epoche che sono passate.

OGNI TOMBA HA UNA STORIA DA RACCONTARE…

Si possono fare mille scoperte in un cimitero!
Puoi trovare tombe e lapidi straodinarie costruite per gente comune e tombe comuni per personaggi straordinari.

Statue, tombe e lapidi - Fotografia cimiteriale

Si possono scoprire pettegolezzi storici come accade per Dora Manfredi, la cameriera di Giacomo Puccini, morta suicida perchè ingiustamente accusata di essere sua amante.

Statue, tombe e lapidi - Fotografia cimiteriale

Le storie delle lapidi a volte si mescolano alle leggende, in una combinazione tra sogno e realtà.
E’ il caso della “Bimba che aspetta” una scultura marmorea che accompagna la tomba della famiglia Barsanti-Beretta che rappresenta una bambina seduta che attende la madre morta. Alcune leggende narrano che sia morta lei stessa attendendo il suo ritorno.

Si possono trovare statue impressionanti, inquietanti, sopra le righe. Frutto della maestria e dell’immaginazione di artisti visionari di grande talento.

Statue, tombe e lapidi - Fotografia cimiteriale

La statua che mi ha colpito più di tutte è un demone alato dalle sembianze femminili che sovrasta impettito e severo una sepoltura e nasconde tra le pieghe del suo vestito un bambino paffutello.
Se il bassorilievo da solo non fosse abbastanza inquietante, l’autore ha deciso di accompagnarlo con una frase che risuona come una profezia di sventura.

“L’ombra dell’ala che gelida gelida s’avanza
Diffonde intorno lugubre silenzio”

Ma camminando tra gli stretti corridoi silenziosi non si trovano solo tombe e lapidi inquietanti!
Alcune sculture sono delicate, raccolte, soavi.
I dettagli scolpiti possono essere di una bellezza e realismo tali da lasciare senza fiato.

A volte però non è facile.
Soprattutto quando incroci la tomba di un pompiere adornata dai giochi del figlio che – ogni volta che va a trovarlo – lascia un omaggio al papà scomparso eroicamente.
Ti viene da guardare oltre ma ti costringi a guardare, perchè la vita è anche questo.
Voltando lo sguardo altrove le ingiustizie non scompaiono.

Ma ti assicuri di tenere lontana la macchina fotografica.
Qualsiasi cosa tu veda di fotograficamente interessante, la privacy delle persone viene prima di ogni cosa.
Ho un mio codice di comportamento quando fotografo nei cimiteri.
Scatto quasi esclusivamente alle statue che accompagnano le lapidi, e per lo più statue antiche che rappresentano angeli, donne piangenti, madonne.
Le poche volte che mi concedo di inquadrare una lapide con foto e nome del defunto mi assicuro che la tomba sia molto vecchia, che il trapassato sia nato tra la fine dell’800 e i primi del 900, quindi difficilmente incontrerò familiari ancora in vita che possa offendere con una mia foto.
Anche se… non capisco come una foto – che di fatto è un omaggio alla bellezza della tomba e alla vita – possa risultare offensiva.

Sono sempre stata bene accolta in ogni cimitero che ho visitato (tranne in uno, di cui eviterò di parlare), spesso i custodi mi hanno fatto da guida, raccontandomi le storie delle tombe e lapidi più importanti e famose, mostrandomi quelle più vecchie e con maggior valore storico.
Ho apprezzato molto il loro aiuto, e loro hanno apprezzato la mia passione per il passato e per l’arte cimiteriale, in un piacevole scambio di opinioni e chiacchiere.
Alla loro disponibilità – senza cui queste foto non avrebbero visto la luce – va il mio più sincero ringraziamento.




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