Monteggiori, il paese dei gatti

Monteggiori è un piccolo paesino sulle colline di Camaiore, uno di quei paesini che sembrano usciti da una fiaba.
Appena arrivate vi osserverà dalla cima dell’altura su cui è appollaiato, con una miriade di occhi curiosi a forma di finestre.
Dovrete andare al suo assalto e conquistarlo come una rocca, guerrieri moderni armati di fotocamera invece che di spada.
Sorge infatti sulle rovine di un castello medievale, che dall’alto della collina dominava la vallata sottostante.
Dovrete guardagnarvi il diritto di arrivare in cima, con fatica e sudore, perchè le stradine strette e ripide sono percorribili solo a piedi.
Ma tutto questo fa parte del suo fascino.

Monteggiori, la città dei gatti

Il mondo moderno, il traffico, il rumore, sono chiusi fuori da Monteggiori, fuori da quelle che un tempo erano le mura del castello e che adesso delimitano il perimetro circolare del paesino, donandogli quella forma un po’ particolare che si intuisce da sotto.
Su di esse costruzioni moderne sono nate, si sono fuse con la cinta muraria e hanno creato un continuum con le vecchie entrate alla città fortificata e la roccia della montagna, che a tratti emerge e scompare tra le viuzze del piccolo borgo.

L’ENTRATA NEL PAESE DI MONTEGGIORI


Arrivati a Monteggiori si parcheggia in un piccolo spiazzo accanto ad un minuscolo cimitero che – se come me avete la passione per i monumenti funebri – vale la pena di visitare per alcune vecchie lapidi.

Monteggiori, la città dei gatti

La via in salita, che porta al paesino, è stretta tra una deliziosa casa di pietra dalle finestre azzurre e la lillipuziana chiesetta del cimitero.
Il pavimento è sconnesso, acciottolato, antico, si fa fatica a salire, bisogna stare attenti a non inciampare.

Monteggiori, la città dei gatti

Sulla destra delle piccole grotte che traforano la roccia su cui sorge l’abitato ci danno subito l’idea della struttura del paese, siamo su uno sperone di pietra viva, su cui le case si aggrappano con tenacia e ostinazione.

Monteggiori, la città dei gatti

EPOCHE A CONFRONTO

La strada continua a salire e finalmente iniziamo ad entrare nell’abitato.
L’impressione è sempre la stessa quando ci si addentra in uno dei questi piccoli gioielli nascosti.
Che il tempo si sia fermato.
Il silenzio regna sovrano, interrotto ogni tanto dal tubare dei piccioni e dal correre di qualche bambino che insegue un pallone da calcio rimbalzare via, echeggiando tra i vicoli stretti.
Non ci sono persone in giro, se non qualche raro turista che incontriamo tra le viuzze, armato come me di macchina fotografica, intento ad immortalare scorci caratteristici.
Gli abitanti del luogo sembrano tutti scomparsi.
E forse ci stanno osservando sospettosi da dietro gli scuri delle finestre socchiuse per il caldo.
Come in un film western.

Monteggiori, la città dei gatti

Le stradine si inerpicano tra le case, visibilmente di epoche diverse.
Si possono notare i vecchi muri facenti parte del castello fondersi con costruzioni ottocentesche, che a sua volta si mescolano con più case recenti, fino agli anni 70.
E’ un susseguirsi di epoche, altezze, texture, tecniche di costruzioni diverse che fanno sì che Monteggiori sia un paesino molto cangiante.
Muri intonacati lasciano spazio a pareti in pietra mista a laterizio.
Strade asfaltate si alternano ad antiche strade acciottolate, le due anime del paese si mostrano in ogni singolo aspetto.

Monteggiori, la città dei gatti
Monteggiori, la città dei gatti

Salendo ancora si trova una decisa curva a gomito che costeggia un minuscolo giardino pensile chiuso da un cancello sbilenco e arrugginito dove svetta il monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale.

Monteggiori, la città dei gatti

Dalla curva a gomito, seguendo la discesa, raggiungiamo una zona molto caratteristica del paese situata leggermente più in basso, da cui parte una stradina panoramica che ci riporta ai piedi della collinetta su cui sorge Monteggiori e che costeggia la cinta di mura più esterne del vecchio castello.

IL CUORE ANTICO DI MONTEGGIORI

Seguendo invece la salita si entra nella parte più vecchia del paese, passando sotto ad un arco con un affresco a tema religioso.
Si tratta della porta principale di accesso all’ormai scomparso castello, la seconda cinta muraria, adesso inglobata in un sistema di abitazioni.
Al di sotto dell’arco infatti troviamo una deliziosa porta che ci conduce ad una casa privata.

Monteggiori, la città dei gatti

Di qui ci inoltriamo nella zona più antica, fatta di stretti viottoli stritolati tra case torri, vicoli ciechi che si interrompono bruscamente e ci costringono a tornare indietro, scalinate scoscese che portano ad abitazioni celate alla vista.
Si riesce, in alcuni punti, ad avere ancora l’impressione di aggirarsi tra le viuzze fortificate di un castello, camminando tra le antiche pietre difensive e robusti portoni di legno secolari.

Monteggiori, la città dei gatti
Monteggiori, la città dei gatti
Monteggiori, la città dei gatti

MONTEGGIORI, IL PAESE DEI GATTI

Monteggiori viene chiamato anche il paese dei gatti.
La prima volta che ci sono stata il motivo mi è stato chiarissimo.
Un sacco di micetti girano liberi e indisturbati per il paese, senza paura degli estranei e delle macchine, sono i padroni di un paese con pochissimi abitanti e dove la quiete regna sovrana.

Monteggiori, la città dei gatti
Monteggiori, la città dei gatti

C’è anche una piccolo bassorilievo su un muro del paese che ne ritrae tre in posizione da sfinge, come degli Dei ci guardano dall’alto, silenziosi e indifferenti.
Il bassorilievo ha un che di inquietante, con tutte quelle teste umane ammassate e…. decapitate?

Monteggiori, la città dei gatti

E se avete fortuna potrete incontrare anche la star del paese, una gattona persiana con la chioma bionda e gli occhioni azzurri.
Vi presento MONROE.
Sì come MARYLIN, non ditemi che non notate la somiglianza? XD
Ho deciso che ogni tanto vi stupirò con una foto a colori, ma non fateci l’abitudine eh?
E’ che Monroe in bianco e nero, non era Monroe.

Monteggiori, la città dei gatti

OGNI COSA AL SUO POSTO, UN POSTO PER OGNI COSA

Monteggiori è un paese bomboniera, vi sembrerà di trovarvi dentro una casa di bambole dove tutto è perfetto e in ordine.
Le persiane appena ritinteggiate, le sedie di fronte alle case in stile provenzale, i vasi di fiori ben curati.
E anche tutto quello che è fuori posto, sembra essere al posto giusto.
Una carriola piena di erba tagliata, dimenticata in mezzo alla strada, è perfetta lì dov’è.
Come se un direttore della fotografia l’avesse piazzata nel punto più fotogenico della città.

Monteggiori, la città dei gatti

Una porta con il legno rosicchiato da anni di intemperie, che altrove considerereste rovinata, qui diventa caratteristica. E non vorreste vederla riverniciata per niente al mondo, perchè il legno ha preso delle sfumature bellissime.
E le finestre di case disabitate da tempo immemore chiuse da assi di legno sgangherati diventano improvvisamente affascinanti.

Monteggiori, la città dei gatti

Monteggiori è fatta ad anello.
Non potete perdervi. Seguite la strada e tornerete esattamente nel punto da cui siete venuti.
Ma mi raccomando, non dimenticate di esplorare le piccole viuzze che ogni tanto si aprono sul “circuito” principale perchè riservano delle gradevoli sorprese, come scorci deliziosi, o ripide salite.
E’ qui che ho incontrato due abitanti, che salivano delle faticosissime scale, portando le borse della spesa.
“Non ci si abitua mai” mi hanno confidato “queste scale ti spezzano le gambe ogni volta”
In effetti il giorno dopo le mie gambe ne sapevano qualcosa!

Monteggiori, la città dei gatti

LA PIAZZA CENTRALE

Ad un certo punto la strada si allarga e ci troveremo nell’unica minuscola “piazza” del paese, dove la chiesa si fa spazio tra le costruzioni affollate che gettano ombre nette e scure sulla bianca facciata dell’edificio.
Una vecchia Ape Piaggio ha avuto l’ardire di inerpicarsi tra le strette viuzze per trasportare qualche carico troppo pesante da far salire a mano.

UNA SCELTA DI VITA

A Monteggiori non c’è un supermercato, non c’è un bar, non c’è un tabacchino, nè poste o farmacia.
C’è solo un piccolo ristorante dove si può mangiare la sera.
Chi decide di abitare in un posto del genere sa che deve rinunciare ad un sacco di comodità, come dover parcheggiare “di sotto” ogni volta e salire a piedi, o dover sempre andare in un’altra città anche solo per comprare pane e latte.
Non è una scelta facile.
Ma comprendo chi voglia fuggire dal caos della città, perchè in un posto come questo riesci a trovare te stesso.

E quando vedi le persone sedute sull’uscio, come succedeva un tempo, ti prende un po’ la nostalgia, perchè sono cresciuta in un piccolo paesino di campagna, dove tutti si conoscevano, dove le chiavi si lasciavano sulla porta di casa senza paura che nessuno entrasse a rubare, dove si andavano a prendere frutta e verdura nell’orto del vicino perchè c’era senso di comunione.
E queste valori, ormai perduti nella frenesia delle grandi città, si possono ritrovare solo nei piccoli borghi, dove ancora la vita cammina con un altro passo.
Dove puoi incontrare le vecchiette che ti fermano per chiacchierare, ti invitano a casa loro e ti raccontano la storia del paese.
Un posto dove ti senti il benvenuto, anche se sei un ospite, anche se sei lì da soli 5 minuti.
Un posto magico, dove speri di tornare al più presto.
Ogni volta che puoi.

Monteggiori, la città dei gatti

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