Le parole d’Oro o Acquedotto del Nottolini

Ci sono posti che sembrano non appartenere a questo pianeta.
Posti che pensavi di poter vedere solo nei tuoi sogni o leggerne nei libri fantasy.
Posti la cui bellezza va oltre l’immaginazione.
La cui bellezza è così singolare, aliena, disturbante da sembrare impossibile che una mente umana, per quanto brillante, abbia potuto concepirli.

Uno di questi posti è Le parole d’Oro, anche conosciuto come l’Acquedotto del Nottolini.
La prima volta che sono stata lì credevo di trovarmi dentro a Myst.
Non se ve lo ricordate.
Era uno dei primi giochi per pc, uscito ad inizi anni 90, che ci conduceva in un mondo fantastico, popolato da costruzioni avvenieristiche e allo stesso tempo dal sapore antico.
Ricordatevi questa foto, questo tempio, le scale, gli alberi.
Vi prometto che li rivedrete più tardi, fotografati da me.

LE PAROLE D’ORO

Le parole d’Oro si trovano nel piccolo paesino di Guamo, nel comune di Capannori.
E’ impossibile non trovarle, basta seguire le arcate dell’acquedotto in stile romano – anche se più moderne, risalgono all’800 – che attraversano il centro abitato.
La prima volta che sono stata alle Parole d’oro non sapevo cosa aspettarmi, avevo visto qualche foto del posto, ma devo dire che non gli facevano giustizia.

Dopo aver parcheggiato nei pressi di una casa contadina scendo di macchina e mi avvio verso le arcate, so che mi porteranno verso la mia meta.
Ma quello che trovo, non appena svolto l’angolo della casa, mi lascia senza fiato.
Un enorme campo verdeggiante illuminato dal sole si stende davanti ai miei occhi, sulla destra si stagliano in controluce le arcate dell’acquedotto che guidano il mio sguardo in diagonale verso una leggera collina dove si erge un piccolo tempio neoclassico.

SCUOTO LA TESTA,
MI STROPICCIO GLI OCCHI…
UN TEMPIO NEOCLASSICO?

Pensavo di avere avuto un abbaglio, ma invece no, avevo visto benissimo!
Alla fine dell’acquedotto si staglia un piccolo tempietto rotondeggiante, con il tetto a cupola, le pietre grigie martoriate di licheni biancastri, che scruta da una posizione privilegiata la vallata circostante.

Le parole d'oro

Devo indagare!
Mi avvio, a piedi, seguendo le arcate e approfittando dell’ombra offerta dalle fronde di alti alberi che creano una fresca galleria fino al tempietto.

La strada inizia a salire, guadagno la metà della collinetta.
Il tempio non era un miraggio.
E’ li, davanti a miei occhi.
Dalle sue mura rotondeggianti partono le arcate che si allontanano a perdita d’occhio fino alla città di Lucca e che giungeranno – le ho seguite – fino ad un’altro tempio dietro alla stazione, nel quartiere di San Concordio.
E’ una bella scarpinata, vi avviso, se intendete farla.

le parole d'oro

Le parole d'Oro

Proseguo, perchè sono sicura di non avere visto tutto, so che questo posto mi riserverà altre sorprese.
Il piccolo sentiero che abbraccia il tempietto prosegue intorno alla collina, svolta costeggiando un bellissimo B&B e poi lo vedo, ai piedi di una collina ancora più alta, un tempietto minore attende che lo raggiunga.

Le parole d'Oro

Sotto i miei piedi il terreno inizia a farsi sconnesso, rischio di inciampare.
Guardo verso il basso e mi accorgo di non stare più camminando su soffice terreno naturale ma su uno stretto camminamento costituito da lastre sconnesse. Ogni tanto incontro enormi pietre circolari.

E allora capisco, sto camminando direttamente sopra quello che un tempo era l’acquedotto, basterà seguirlo, mi guiderà verso la mia destinazione.
E capisco anche che nonostante questi tempietti siano meravigliosi, non sono puramente decorativi ma hanno un ruolo nel funzionamento dell’acquedotto, servono da depositi, nodi di smistamento, a volte si può sentire l’acqua scorrere al loro interno.
Giungo al secondo tempietto, la strada prosegue, in mezzo ai fiori di campo e ai profumi della natura.
Piccole farfalle svolazzano intorno, e si ode il rumore insistente delle cicale.
Si incontrano anche delle case, dei giardini…
Un’unicorno.

Le parole d'Oro

Ehm no…. volevo dire un magnifico cavallo sotto una cascata di foglie illuminate dal sole.
Non che l’unicorno sarebbe stato tanto improbabile in un posto del genere.
Qualche fortunato abita in un paradiso del genere, un po’ lo invidio.

Raggiungo un piccolo fiumiciattolo, e l’acquedotto riprende a guidarmi, in mezzo ad alberi altissimi e rinfrescanti, la collina sulla sinistra mi tiene compagnia.
Tra le pietre del sentiero un mondo è nato, felci, muschio, fiori spontanei, insetti che impollinano alacremente. Un minimondo fatato da esplorare con la lente di ingrandimento.

L’ACQUEDOTTO DEL NOTTOLINI

Poi improvvisamente si comincia ad udire il rumore dell’acqua.
“Siamo vicini” penso.
Il sentiero si allarga e ci accompagna dentro al cuore dell’acquedotto vero e proprio.
Una stretta vallata in mezzo a due colline dove scorre un piccolo torrente naturale che è stato canalizzato artificialmente per convogliarne le acque.
Questo è ciò che è un acquedotto tecnicamente.
Questa è più o meno la sua descrizione , la spiegazione di cos’è e come dovrebbe funzionare.
Ma niente di tutto questo mi aveva – o avrebbe potuto preparare – a quello che avrei visto.

Le parole d'Oro

Un ponte ormai annerito dagli anni su cui spiccato lettere d’oro scritte in latino attraversa il fiume che divide in due la vallata

Le parole d'Oro

KAR.LVD.BORB.I.H.DUX.N.AUG.AQUIS.E.PLURIBUS FONTIUM ORIBUS.COLLIGENDIS.ET AD URBANOS PONTES LARGIUS PERDUCENDIS.MONUMENTO.AETERNO.PROVIDIT.DUCATUS.SUI.ANNO.VI

Mi avvicino emozionata, lo attraverso, e mi fermo al centro.

Le parole d'Oro

Il mio primo istinto è di guardare verso il basso.
Il fiumiciattolo quasi asciutto (è piena estate) scorre faticosamente sotto ai miei piedi, soffocato da fitta vegetazione verdeggiante.

Le parole d'Oro

Alzo gli occhi e davanti a me vedo uno spettacolo maestoso.
Il fiumiciattolo scende da una specie di “diga” o “cascata” dalla forma originalissima, a trapezio rovesciato e concavo, ai lati della cascata una coppia di scale che portano al livello inferiore, dove due stretti sentieri permettono di camminare ai lati del fiume.
In alto degli alberi fanno da cornice, così come due tempietti neoclassici.

Le parole d'Oro

Resto per un attimo senza parole, e credetemi, non è una cosa che accade spesso.
Che razza di posto è questo?
La struttura, l’organizzazione degli spazi è semplicemente geniale e diversa da ogni cosa mai vista finora.
Le costruzioni dal sapore antiquato calate in un ambiente selvaggio e naturale, sembrano le rovine di una remota civiltà ormai perduta.
Stonano terribilmente eppure sono in perfetta armonia.
Tutto è dove deve essere in questo luogo alieno e surreale.
Dove la stranezza è di casa, e la parola normale perde il suo significato.
Le scale in pietra grigia stritolate dalla vegetazione, a tal punto da diventare quasi invisibili e impraticabili.
Le forme sinuose e armoniche dei templietti che ben si amalgamano con quelle della natura, a partire dai tetti a forma ottagonale per giungere alle porte con arco a tutto steso o a sesto acuto.

Per non parlare degli edifici, che dopo anni di intemperie, di piogge, sole e vento, ormai si sono adattati all’ambiente circostante e si sono fusi con esso.
Risultano mimetizzati, dopo aver assunto un magnifico colore grigio/verdastro, ricoperti di edere e licheni.

Mi avvicino ad uno dei due tempietti, ed è allora che riconosco la scena di Myst, seppure non identica, gli elementi ci sono tutti.
Il tempietto neoclassico, la scalinata in pietra, gli alberi, la scarpata.

Incontriamo due viaggiatori del tempo come noi, che attraversano la diga e si dirigono verso lidi – da loro – ancora inesplorati

Le parole d'Oro

ANTICHI SEGRETI E PASSI TUONANTI

Il vocio dell’acqua è flebile, ho sempre erroneamente pensato che il nome Parole d’Oro fosse una metafora della magia del posto…

Se stiamo in silenzio ad ascoltare, si può udire il sussurro dell’acqua, il suo flebile e incessante mormorare antichi segreti e storie di altri tempi.
E se staremo in silenzio abbastanza a lungo , se tenderemo con attenzione l’orecchio alle sue PAROLE D’ORO, chissà cos’altro di prezioso potrà raccontarci .

Ma come vedete, ho una fervida immaginazione, che spesso va oltre quello che la realtà invece dimostra essere la tesi accreditata, molto più banale e noiosa, ossia che le parole scritte sul ponte, un tempo, erano d’ottone, ma i contadini, pensavano fossero talmente preziose da ritenerle d’oro.

Proseguendo oltre il cuore magico di questo luogo e seguendo il corso dell’acquedotto si comincia a salire.
Una vecchia costruzione ormai abbandonata e col tetto crollato gode di una vista privilegiata sull’acquedotto.

Le parole d'Oro

Il torrente solca la collina, e ripercorro il suo viaggio al contrario, verso la sorgente.
Opere murarie ottocesche hanno cambiato l’aspetto del piccolo corso d’acqua, trasformandolo in una sorta di scalinata composta da enormi gradini che scendono dalla cima della montagna.

Le parole d'Oro

La fenditura artificiale scavata nella roccia serpeggia davanti ai miei occhi, crea sinuose curve, sparisce dietro ai tempi dislocati qua e là sulla collina, è attraversata da ponti in pietra o minuscole scalinate che permettono la discesa al livello dell’acqua.

Alle Parole d’Oro non si può stare fermi in un posto ad osservare.
Bisogna camminare, esplorare, vedere fino a che punto si può arrivare senza rompersi l’osso del collo.
I dislivelli sono molti, in un gioco di sali e scendi, di scalinate nascoste e di sottili ponti sospesi, un momento ti trovi da un lato del fiume, poi ti ritrovi dall’altro e non sai più come ci sei arrivata.
Sembra quasi di trovarsi in un quadro di Escher, dove le possibilità sono infinite.

Salgo ancora, fino a quando una dolce curva cambia completamente la mia visuale.
Mi trovo davanti una scena incredibile.
La fenditura che finora saliva pigra assieme a me, con curve larghe e armoniose, improvvisamente si fa aspra, come aspra inizia la salita sul versante più ripido della collina.
I bordi della fenditura si fanno più nervosi, incerti, zigzaganti, 2 piccoli tempietti adornano i suoi margini e rendono l’atmosfera ancora più surreale.

Le parole d'Oro

Un gigante, in epoca remota, doveva avere con i suoi enormi piedi creato quella scala, scendendo dalla montagna.
Con passi tuonanti, e fragore di rocce che franavano verso valle, doveva aver plasmato quegli enormi gradini irregolari.

E’ l’unica assurda spiegazione che riesco a darmi un questo momento.
Non l’ingegno umano, non una mano mortale.
Non Lorenzo Nottolini per volere dei Borboni.

Le parole d'Oro

Un soffice tappeto erboso tappezza le pietre che costituiscono il greto artificiale del torrente, fiori e piante selvatiche sono nate con ostinazione nelle strette spaccature tra i massi, contro ogni logica, contro ciò che la natura gli ordinerebbe di fare, trovare un ampio terreno fertile dove piantare le proprie radici e prosperare.
Ma anche se l’acqua è sempre stata pochissima ogni volta che ho visitato questo posto, sia in inverno che in estate, ho sempre trovato vegetazione rigogliosa, sinonimo del fatto che comunque il luogo è molto fecondo, nonostante l’apparenza.

Le parole d'Oro

Proseguo con un po’ di fatica per l’ultimo tratto di salita.
Non è ripidissima, ma fa caldo e la pendenza si fa sentire.
Immagino già che verrò ricompensata alla fine.
Raggiungo l’ultimo tempietto, capolinea di questo piccolo viaggio a ritroso nel tempo.

Le parole d'Oro

Un boschetto fresco e riposante lo circonda, l’acqua scorre e si ferma brevemente in pozze di acqua dove si riflettono le foglie e l’azzurro del cielo.
Le attraverso come quando ero bambina, camminando sulle pietre che sporgono sul pelo dell’acqua.
Ricordi indelebili.
Solo che allora ero molto meno impacciata di adesso!

Le parole d'Oro

Mi fermo un attimo a riposarmi e a godermi l’aria fresca e la stupenda vista sull’ultimo tempietto che mi dice che la visita ormai è terminata.
Posso solo assaporare la via del ritorno a casa, con la stessa meraviglia dell’andata, e con rinnovato stupore, scoprendo nuovi scorci e nuove vedute che all’andata mi erano preclusi.

Le parole d'Oro

Perchè ogni volta che vado alle Parole d’oro è così.
Per me è sempre come la prima volta.
Alla prossima Nottolini, già mi manchi!

DEDICATO A WARREL

Le Parole d’Oro sono per me un luogo del cuore, e – ogni volta che posso – continuo a tornarci.
Non solo perchè percepisco la sua magia ma perchè questo posto, così legato allo scorrere dell’acqua, così decadente e misterioso, mi ricorda uno dei miei album preferiti e un amico che ho amato alla follia e che adesso non c’è più.
Forse è proprio questa la sua magia, è questo il motivo per cui mi sento così in sintonia con questo posto, quando cammino tra i tempietti ormai ricoperti di edere, quando scruto il fiume tra le fronde degli alberi, quando osservo lo scorrere ipnotico dell’acqua, sento la sua voce nella mia testa, sento le note di quello stupendo album che ha fatto da colonna sonora alla mia vita, sento la poesia di quelle frasi, intrise di tristezza e follia.

Le parole d'Oro

Meet me in the dreamtime water, drown

Shifting shaping currents flow in memory

Swim through me

Meet me in the drowning pool of tears

And wash away my innocence and fear

WARREL GEORGE BAKER DANE 7 marzo 1961 – 13 dicembre 2017
Le parole d'Oro

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