Grazie alla fotografia…

“Mens sana in corpore sano”

Così dice il famoso proverbio latino.
Mente e corpo sono inscindibili.
Ma se il corpo si ammala, cosa succede alla mente?
Ho sperimentato questo detto sulla mia pelle negli ultimi 15 anni quando, dopo un lungo periodo di malessere fisico che non trovava spiegazione, mi è stata diagnosticata un malattia infiammatoria cronica autoimmune.
Una mitragliata di parole lunghe e complicate per dire che il mio sistema immunitario non funziona più come dovrebbe, è diventato un nemico di se stesso e sta attaccando le proprie cellule, in particolar modo le ossa.

Grazie alla fotografia

Non ci si rende conto di cosa voglia dire star bene fino a quando non ci ammala.
Non si capisce quale immenso dono sia la salute fino a quando non la si perde.
La vita di una persona sana è fatta di mille scelte, di mille possibilità.
La mattina si alza dal letto e ha l’energia di fare tutto quello che vuole, senza doversi risparmiare.
Può andare al lavoro, mangiare fuori, andare in palestra e poi uscire con gli amici.
Il malato invece ha un ventaglio di scelte molto più limitato, si stanca facilmente, ha restrizioni dettate dalla sua patologia, deve spesso dire di no alle occasioni che gli si presentano.

Grazie alla fotografia

Non è facile quando si è giovani dover scendere a patti con questa nuova realtà, capire che la propria vita è irrimediabilmente cambiata – e non in meglio – e che da adesso bisognerà imparare a convivere con un malattia che ci accompagnerà per il resto della vita.
Non è facile nemmeno per le persone che ci circondano, che spesso si sentono rispondere dei “non posso”.
Gli amici scompaiono, solo quelli veri restano.
Ti senti sola, esclusa, terrorizzata.

Grazie alla fotografia

Ho passato momenti bruttissimi, in cui il dolore era insopportabile.
In cui non potevo muovermi e uscire di casa.
In cui la vita sembrava non avere più senso.
Che senso ha se devi rinunciare a tutto?
Se non puoi più fare niente di tutto quello che un tempo ti piaceva.
E’ vita semplicemente respirare, e tirare avanti fino a sera?
E’ vita quando i giorni si accumulano gli uni sugli altri senza senso, senza direzione alcuna, senza niente li renda degni di essere vissuti?
E’ vita o pura sopravvivenza?
Io non volevo solo esistere, volevo vivere.
Mi sembrava di impazzire

Grazie alla fotografia

Ero diventata l’ombra di me stessa.
Un guscio svuotato che passava le giornate sul divano a guardare la tv senza vederla veramente.
La mia mente era persa altrove.
In un’uragano di pensieri oscuri e senza via d’uscita.

Provavo troppo dolore fisico per fare qualsiasi cosa, anche vestirsi o respirare era uno strazio.
Dormire non era più una parola presente sul mio vocabolario.
E qualsiasi tipo di attività fisica leggera era impensabile, anche solo uscire a fare una breve passeggiata.

Purtroppo in questi casi – come mi è stato spiegato in seguito – si crea un circolo vizioso tra immobilità e dolore che va interrotto con dei farmaci mirati.

Grazie alla fotografia

Fortunatamente trovai un dottore che capì quando fosse grave la situazione, mi cambiò cura e decise di mandarmi al centro di terapia del dolore.

Fu l’inizio di una rinascita.
Inizia a sentirmi meglio fisicamente ma dentro di me qualcosa si era rotto in tutti questi anni.
Ero stata male per troppo tempo e quella scintilla che una volta mi animava, temevo che si fosse spenta per sempre.
Avevo difficoltà ad adattarmi a questa nuova situazione.
Mi sentivo inadatta e sperduta in un mondo in cui non riuscivo a stare al passo.
Ma c’era una luce in fondo al tunnel…

Grazie alla fotografia

Fu allora che mio ragazzo mi regalò un fotocamera per incoraggiarmi a fare qualcosa, dato che un tempo adoravo fotografare ai concerti.
Avevo dovuto smettere di fotografare perchè non riuscivo più a sollevare la vecchia fotocamera.
Ne scelse una minuscola, leggerissima, appena 250 grammi, quasi non sembrava di averla in mano.

Per me è stato come un calcio dritto in culo.
Una sveglia che mi ha spinto con violenza di sotto dal letto e mi ha fatto prendere una musata sul pavimento duro e freddo.
Mi sono improvvisamente svegliata dal lungo torpore in cui ero sprofondata.
Piano piano sono tornata a vivere GRAZIE ALLA FOTOGRAFIA.

Grazie alla fotografia

Grazie alla fotografia ho fatto cose che non avrei mai pensato di poter fare.
Grazie alla fotografia ho trovato il coraggio di uscire di casa anche quando stavo male.
Grazie alla fotografia ho camminato ogni giorno 10 metri in più perchè volevo vedere cosa ci fosse da fotografare più avanti.
Grazie alla fotografia mi sono rafforzata, le mie braccia hanno saputo sopportare pesi sempre più gravosi, le mie gambe mettere un passo dietro l’altro.
Grazie alla fotografia ho superato i miei limiti, le mie paure, le mie ansie.

Grazie alla fotografia

Grazie alla fotografia ho scalato una collina, soltanto per raggiungere un castello in cima e poterlo fotografare. A metà della salita mi sono bloccata, temendo le conseguenze che il mio corpo avrebbe dovuto sopportare il giorno dopo. Ma mi sono fatta coraggio e non ho ceduto. Quando sono arrivata in cima sono scoppiata in un pianto liberatorio.
Grazie alla fotografia sono tornata a credere in me e nelle mie potenzialità.
Grazie alla fotografia mi sono ripresa quello che la malattia mia aveva tolto.
Grazie alla fotografia, dopo 24 mesi che ero tornata a camminare, riuscivo a fare 10 km, un risultato incredibile considerati gli anni di immobilità in cui non riuscivo a camminare nemmeno 100 mt.
Grazie alla fotografia sono uscita da quella gabbia che mi imprigionava.

Grazie alla fotografia

Grazie alla fotografia la vita è tornata a colori, anche se le mie foto sono rimaste in bianco e nero, la maggior parte.
Grazie alla fotografia sono tornata ad essere la vera me stessa, coraggiosa, indomita, ribelle.
Grazie alla fotografia ho imparato il significato di volere qualcosa e crederci fermamente. Non ci sono limiti se non quelli che ci autoimponiamo.
Grazie alla fotografia ho imparato tanto, su di me, sugli altri, su quello che mi circonda.
Grazie alla fotografia ci sono ancora tante pagine da scrivere in questo libro sgualcito e mezzo strappato che è la mia vita, un tempo triste e privo di parole.

La fotografia mia ha salvato.
LETTERALMENTE.
Non posso dire che mi abbia guarito, perchè sarebbe una bugia.
Sono ancora malata, ho ancora limiti e giorni no.
E sarebbe cieco negare che una grande parte del merito vada ai farmaci che mi hanno tolto il dolore, senza cui forse questa rinascita non sarebbe stata possibile.
Ma la fotografia ha sicuramente curato la mia anima, un aspetto su cui nessuna medicina avrebbe potuto intervenire.
Mi ha aiutato a venire a patti con la mia malattia e con tutte gli ostacoli e le sfide che mi pone di fronte ogni giorno.
Mi ha insegnato a trovare soluzioni geniali a problemi complessi.
Mi ha insegnato che attraverso le immagini posso esprimere i miei sentimenti o i miei stati d’animo.
Mi ha aiutato ad avere uno stile di vita più sano, impostato sul movimento e la vita all’aria aperta.
Non so come starei adesso se non avessi incontrato la fotografia.
Ogni tanto me lo chiedo, ma scaccio subito via il pensiero, perchè ho paura di dove sarei se questo magico incontro non fosse avvenuto.
Forse su una sedia a rotelle, a piangere ogni giorno per tutto quello che ho perduto.

GRAZIE FOTOGRAFIA



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.