Cardoso, il ricordo di un’alluvione

Chi abita in Toscana conosce bene il nome Cardoso.
La storia del paesino è da sempre associata alla produzione della caratteristica pietra di Cardoso, un’arenaria color cenere, con tenui sfumature bianche o violacee, leggermente ruvida e porosa, che spesso fa sfoggio di sè in numerose case della regione.
Viene usata soprattutto per scale, pavimenti, davanzali, ed esterni.
E’ molto bella e resistente, ma soprattutto è unica nel suo genere.
E’ semplicemente “pietra di Cardoso”, non ha eguali e non la troverete prodotta in altre parti d’Italia e del mondo.
Le cave circondano il paesino e i macchinari di estrazione fanno ormai parte del paesaggio del luogo.

Cardoso, il ricordo di un'alluvione


Ma dal 1996, il nome Cardoso è diventato tristemente famoso per una tragica alluvione che ha investito e quasi distrutto completamente il centro abitato e gran parte dell’Alta Versilia.
Nel ’96 avevo 14 anni, ma ancora ricordo ancora piuttosto lucidamente quel giorno, le notizie che arrivavano dai telegiornali, le immagini della distruzione, la disperazione degli abitanti.
Non ero mai stata a Cardoso, e non avevo mai avuto modo di vedere il paese prima dalla distruzione, ma ho visto il dopo.
Un paese che ha saputo rinascere dopo una tragedia, senza voler dimenticare il passato, lasciando in piedi alcuni edifici distrutti dalla furia della piena come monito e ricordando le tappe dell’alluvione con targhe in terracotta che simboleggiano una nuova e moderna Via Crucis.

Cardoso, il ricordo di un'alluvione

Passeggiare tra le viuzze di Cardoso, tra le rovine delle case che spuntano qua e là tra le case ricostruite, è un cazzotto dritto allo stomaco.
Così come leggere le storie delle persone che in quelle case hanno perso la vita, bambini, adulti, anziani, storie di quotidianità distrutte.

Una foto più di altre arriva dritta a cuore.
Questa foto racconta più di mille parole.
Ci parla di una quotidianità distrutta e che mai più avrà modo di ricominciare.
Un fiasco di vino e i bicchieri sono stati miracolosamente e anche crudelmente risparmiati dalla violenza delle acque, sono ancora perfettamente in ordine, sulle mensole dell’unico muro rimasto in piedi della casa, protetti da una lastra di plexiglasss, affinchè la memoria di quel che è stato non venga perduta, mentre il resto della casa è stato trascinato via dalla corrente, non resta altro in piedi, se non quell’unico ridicolo muro che sfida forza di gravità, con due staffe in legno, una bottiglia di vino e qualche calice a testa in giù.

Cardoso, il ricordo di un'alluvione

LA PERDITA DELL’INNOCENZA

Quello che accadde a Cardoso è successo, in maniera diversa ma ugualmente tragica, anche a Viareggio nel giugno 2009, quando ci fu l’incidente ferroviario che squarciò con fiamme e fuoco il silenzio di una notte estiva e uccise 32 persone.

Quando si abita in un piccolo centro urbano ci si sente al sicuro, si ha l’impressione che niente di male possa accadere, quando la sera si va a letto nella tranquillità della nostra accogliente abitazione.
Eventi traumatici come questi sconvolgono la nostra vita e ci strappano via le nostre certezze.

In qualche modo eventi come questi rappresentano la perdita dell’innocenza di una città.
Niente sarà più come prima…
Come può esserlo se anche la parola più sacra come “CASA” perde il suo significato più intimo e profondo?
Se “CASA” non è più un luogo dove sentirsi protetti?
In quale altro posto possiamo sentirci al sicuro se non appunto “a casa”?


Queste piccole città tranquille e solari che prima rappresentavano per i loro abitanti piccoli paradisi in terra, si trasformano improvvisamente in inferni di acqua o fiamme…


Come può tornare tutto come prima?
Anche quando le fiamme si spengono….
Anche quando l’acqua si ritira…
Anche quando la ricostruzione è ultimata…
I ricordi non si possono cancellare, quelli sono indelebili.

CARDOSO, UN PAESE CHE SEGUE IL CORSO DI UN FIUME

Cardoso è situato in una stretta valle, racchiusa tra il monte Pania della Croce e lo spettacolare Monte Forato, un’anfiteatro naturale di estrema bellezza.

E’ un piccolo paesino che segue il corso di una strada maestra e del torrentello omonimo che scorre ad essa parallelo.
Un piccolo fiumiciattolo di montagna che a stento riempe il greto in cui scorre e che non ha un aspetto minaccioso ma che in poche ore si è trasformato in un killer spietato.

Cardoso, il ricordo di un'alluvione

A differenza di molti borghi collinari, come Monteggiori ad esempio, non si erge al sicuro in cima ad una altura, non ha delle mura difensive, o un vero centro cittadino, ma si sviluppa in lunghezza seguendo il corso del fiume e la sua pendenza verso valle.

Cardoso, il ricordo di un'alluvione

Ed è proprio questa sua conformazione che è stata la sua condanna.
Il fiume colmo di acqua, fango, tronchi e detriti riversati nel torrente da numerose frane (ne sono state contate fino a 500 in tutta la vallata) non ha trovato ostacoli, portando con sè le case e i loro abitanti che si trovavano sulla sua furiosa traiettoria.
Quel giorno sono morte 12 persone, una era e rimarrà per sempre dispersa.

Solo una piccola parte del paese fu risparmiata dalla piena del fiume, e l’antica chiesa rientra tra gli edifici che si salvarono dalla distruzione.
Qualcuno potrebbe dire che fu un segno divino.
Io onestamente credo che Dio in quel momento fosse voltato da un’altra parte… e la chiesa si salvò per un semplice colpo di fortuna, trovandosi fuori dalla traiettoria della piena.

PER NON DIMENTICARE

Lo so, forse questo è un post un po’ diverso da quello che vi aspettavate e da quelli che faccio di solito, ma diversa è stata la visita a Cardoso.
Sono partita con animo lieve, perchè credevo di sapere cosa aspettarmi – un paese nuovo, ricostruito, ridente – ma sono tornata con animo cupo, dopo quello che ho visto.
24 anni sono passati, ma il ricordo di quello che è stato è ancora così vivido nei ricordi degli abitanti – una signora mi ha confessato che ogni volta che cielo si annuvola, il suo cuore si stringe in una morsa – camminando tra quelle strade, parlando con le persone, osservando i ruderi delle abitazioni mangiate dalla furia delle acque.

Qualcuno all’epoca disse:
“A Cardoso è stato come prendere un bicchiere vuoto e rovesciarci dentro un secchio pieno d’acqua” per sottolineare la violenza e la quantità di acqua che in poche ore si è riversata in una zona così piccola.
Vi lascio un video, mette i brividi.

Ma il nostro compito è far sì che non certe tragedie non si dimentichino, perchè potrebbero accadere di nuovo.
Ci sono altri mille Cardosi in Italia, che rischiano la stessa fine per il dissesto idrogeologico e l’incuria dei versanti montani.
Facciamo che non accada di nuovo…

Cardoso, il ricordo di un'alluvione
Cardoso, il ricordo di un'alluvione

ARRIVA LA PIOGGIA A CARDOSO

Sembra quasi un segno del destino.
Siamo partiti con il sole, ce ne andremo con la pioggia.
Dopo circa un’ora che ci troviamo a Cardoso il cielo inizia ad annuvolarsi, prima leggermente, poi le nuvi diventano scure e minacciose e ingurgitano la Pania e il Monte Forato che scompaiono nel loro abbraccio misterioso.
Inizia a tirare molto vento, quel vento improvviso e freddo che mai promette niente di buono, nemmeno in estate.
Mi guardo intorno e mi accorgo che siamo rimasti gli unici per strada, che gli abitanti del paesino sono tutti scomparsi, rintanati nelle loro case.
E mi tornano in mente le parole della signora, che ho incontrato una mezzora prima.
Si è fatto tardi… è meglio non indugiare oltre.
Torniamo a casa con il cuore pesante, questa non è stata una passeggiata di piacere come le altre.


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