Arte durante il Lockdown

Marzo e Aprile sono stati mesi duri per tutti.
Mesi di lockdown.
Mesi lunghi e interminabili, in cui il tempo dava l’impressione di essersi fermato.
Sembrava dilatarsi all’infinito, srolotandosi in una serie di giorni tutti uguali, come nel peggior film di fantascienza, dove i contatti umani sono banditi, sostituiti da migliaia di divieti e imposizioni.
Non c’erano più impegni e routine a scandire i nostri giorni, non uno stimolo ad alzarsi dal letto la mattina, se non forse i bisogni primari.

Il mio ragazzo ed io eravamo entrambi a casa dal lavoro durante il lockdown, e devo ammettere che le nostre abitudini di vita ne hanno risentito pesantemente.
Giorno e notte non avevano più significato, i nostri orari stravolti e scombinati.
Ci siamo abbrutiti sul divano, guardando ore e ore di serie TV.
Andavamo a dormire alle 5 e ci alzavamo alle 2 del pomeriggio, tanto la sveglia non avrebbe suonato.
Difficile rimanere inquadrati se non hai niente da fare.
Le giornate sembravano non passare mai durante il lockdown.
E non c’era sollievo nell’andare a letto la sera, perchè sapevi che il giorno dopo ti aspettava la stessa identica monotonia.

E FU PASQUA DURANTE IL LOCKDOWN…

Venne Pasqua, una Pasqua stranissima.
La prima senza le nostre famiglie, solo noi due.
Ragù e Colomba.
Non eravamo nemmeno nello spirito di metterci a preparare un pranzo pantagruelico che nessuno – oltre noi – avrebbe mangiato.

E’ stato osservando la confezione della Colomba svuotarsi nei giorni successivi , che si è accesa una piccola scintilla.
Era ora di uscire dal torpore in cui ero scivolata.
Tirare fuori qualcosa di buono da una situazione del cavolo.
Iniziare una piccola avventura che mi portasse in un mondo di fantasia, dove il tempo scorre più in fretta.
Una piccola avventura che interrompesse l’inutilità di queste lunghe e noiose giornate di prigionia, tutte uguali.

SEI UN ARTISTA SE…

Ed è così che mi è scattato un Art Attack bello potente.
Non ho mai pensato a me come un’artista ma piuttosto come una persona a cui piacciono le cose creative.
Non so quando si diventi un artista nel vero senso della parola… deve deciderlo qualcun altro?
Un critico? Una giuria? Un concorso?
Oppure si è artisti solo perchè si fa quello che universalmente viene chiamato “arte”, quindi se ci si dedica a pittura, scultura, musica, ed altre attività definite appunto “artistiche”?
Basta questo per dare il patentino di artisti o ci vuole altro?
Ma soprattutto si è artisti solo quando si fa buona arte?
Perchè esistono pure pessimi artisti.
E se quindi non è la qualità delle nostre opere che ci rende tali, allora cos’è?
Tutte domande a cui onestamente non so dare una risposta.

Un caro amico – artista di fama internazionale – quando glielo domandarono rispose così:
“Che cosa rende qualcuno un vero artista?”
“Sei un artista se la tua anima, il tuo cuore e la tua vita intera sono investiti nella tua passione”
Credo che – come per molte altre cose – fosse detentore di pura verità.

Ho sempre avuto la passione per tutto quello che è manuale o ti porta a creare un qualcosa dal niente, mi è sempre piaciuto dipingere, scrivere, suonare, adesso fotografare.
E’ sempre stato il processo creativo che mi interessava, non tanto il risultato finale.
Mi sono dedicata a queste attività per il puro piacere di svolgerle, provo grande gioia e divertimento nel mettermi in gioco e realizzare dal niente un prodotto usando le mie mani o la mia fantasia.
E così è stato durante questo lockdown, in un momento buio e tragico, la mia “arte” mi è venuta in soccorso una volta ancora, così come la fotografia mi ha aiutato in un momento difficile della mia vita.

LA SCATOLA DI UNA COLOMBA NON E’ SOLO QUELLO CHE SEMBRA….

Ho preso un cutter di precisione, una boccetta formato famiglia di vinavil, la pistola della colla a caldo e la famosa scatola della Colomba da cui tutto è iniziato.
Una scatola di una Colomba può diventare mille cose durante un lockdown!!!
Ho riesumato il tappetino antitaglio e qualche scatolone di Amazon che si aggirava dimenticato per casa.
Un paio di pannelli di polistirolo estruso che usavo per fare gli scenari di D&D e i colori acrilici.
Un mese, tanta colla e tanto trincetto dopo, eccola lì…
La mia casetta cimitero!
Avevate qualche dubbio che non scegliessi un tema macabro?
Dai su…sennò non ero io!
Ho messo pure il cappio per impiccarsi e una comoda scala a pioli per rendere l’operazione più confortevole XD
Ho pensato proprio a tutto!

Questo era il risultato finale che avevo in mente, con una piccola luce dentro alla casetta che si trasforma in una vera e propria lanterna e la rende ancora più “creepy”.
Ho aggiunto qualche lucina di Natale in giardino, per ricordare i fuochi fatui che si aggirano tra le tombe.

Arte durante il Lockdown

In questa foto invece potete vedere la casetta a colori, ho scelto toni caldi e autunnali per dare l’idea di decadenza.
La casetta è costruita interamente di cartone, ho tagliato le assi una ad una e le ho incollate. Poi le ho raschiate per dare l’effetto 3d delle venature del legno, e infine dipinte con la tecnica del pennello asciutto.
L’unico tocco di colore freddo l’ho riservato per tetto blu e stipiti delle finestre viola.

Arte durante il Lockdown

Per questa foto ho scelto un’illuminazione blu e un’inquadratura dall’alto per mostrare il giardino e le tombe.
Non è stato affatto facile fare entrare tutta la casa nell’inquadratura, rami e comignolo inclusi, nonostante stessi scattando con un 10 mm (per questo l’inquadratura risulta un po’ innaturale).
Il diorama, forse dalle foto non si percepisce, è piuttosto grosso, la base è circa 40 cm per 80 cm, e il comignolo è alto circa 60 cm, quindi non è proprio “compatto”.
La base è cosparsa di muschio secco natalizio e le tombe sono invece ricoperte di muschio in polvere che ho creato con farina di mais colorata.
Questo muschio è molto simile al floccato che si usa per le miniature, e che ha un prezzo molto elevato per pochi grammi di prodotto.

Arte durante il Lockdown

L’idea alla base del mio progetto ( e la situazione mi ha assolutamente aiutato a rispettarla alla lettera) era di fare tutto a budget ZERO, usando solo cose che avevo già in casa.
Non ho speso un euro per costruire questa casa cimitero in miniatura, ho usato solo materiali di riciclo, come carta, cartone, confezioni di cibo, muschio natalizio, farina di mais, carta stagnola, spago, plastica riciclata dei vassoi delle verdure e stuzzicadenti per le finestre.
Le uniche cose che ovviamente non sono di uso comune in tutte le case sono il polistirolo estruso e i colori acrilici.
Alla fine è un modo divertente per riciclare le cose e dargli nuova vita, invece che gettarle nella spazzatura.

DEBRIS – IL VIDEO

Come al solito da cosa nasce cosa e Corrado Leoni del Leoni Art Project, mentore e amico, ha seguito la creazione della casetta passo passo, ogni tanto gli inviavo foto o deliranti video in cui gli raccontavo i progressi o le idee, oppure i cambiamenti radicali che avevo fatto in corso d’opera.

(foto fatte al volo con il cellulare)


Alla fine, Corrado – uomo dalle mille idee e progetti – ha riunito tutte le opere dei suoi artisti che avevano come comune denominatore il fatto di essere state concepite durante il lockdown in un unico spettacolare video intitolato “Debris” con colonna sonora dei Magnetic Garden.
Eccolo qua, buona visione 🙂



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